Ama, pescatrici di perle

Ritratti immaginati e immaginari, delicati come l’acqua scivolata dai corpi delle pescatrici ama, le “donne- mare” dell’isola di Hèkura; come le gocce di colore che l’artista frappone tra il nostro sguardo, i loro ritratti e i visi bellissimi delle geishe: figure non antitetiche di un universo femminile che evoca una cultura millenaria, profonda, complessa.

Marco Brenna ricompone per noi Natura e Cultura del Giappone alle soglie della contemporaneità, con delicatezza, attraverso corpi e volti femminili, colmando distanze con rispetto e sensibilità.

Un percorso di ricerca coerente ha portato l’artista, sperimentatore meticoloso di tecniche originali – e anche nella tensione al risultato che deve apparire naturale ricorda idealità dell’arte classica giapponese, il rapporto concettuale tra il segno e la carta – a effetti di inconsueta luminosità in questi dipinti materici eppure leggiadri, dall’iridescenza delle perle e dalla lucentezza dell’acqua, invisibile ma presente a dettare il ritmo e l’equilibrio del disegno.

Chiara Milani